
Nella Pasqua di risurrezione Gesù rappresenta per l’umanità l’anticipo della venuta finale del Figlio dell’uomo nell’ultimo giorno. Per questo viene riconosciuto dai credenti in lui come il principio e la fine della storia, il senso dell’esistenza personale e comunitaria. Il Risorto è capace di raggiungere la sua comunità anche quando essa vive rinchiusa in se stessa, come i discepoli di cui parla il vangelo odierno, quando vinti dalla paura tendono a mettersi sulla difensiva. Ponendosi in mezzo ai discepoli, Gesù ridona Speranza e apre alla Vita.
Nel Vangelo Gesù, che appare ai discepoli e a Tommaso, mostrando loro i segni dell’amore li riconcilia con lo scandalo della croce. Essi superano allora la paurae l’isolamento, pronti alla missione e ad una visione della vita dal respiro e dagli orizzonti più vasti.
La prima lettura aggiunge alla gioia pasquale la dimensione comunitaria della vita della prima chiesa: la comunità dei credenti attrae altri alla fede, ma deve continuare a vivere all’ombra della croce, poiché non mancheranno battute d’arresto, ostacoli e persecuzioni lungo tutta la sua storia.
Anche la seconda lettura richiama l’attenzione sulla presenza del Risorto: egli si rende presente in mezzo alle sue chiese per esortarle alla fedeltà evangelica attraverso la sua Parola, così che sappiano leggere sempre la loro storia alla luce della risurrezione.