Battesimo del Signore
8 gennaio 2023
Dal Vangelo secondo Matteo (3,13-17)
13Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
La festa del Battesimo del Signore conclude il tempo di Natale e apre il tempo della vita pubblica di Gesù. Dell’infanzia e giovinezza di Gesù i Vangeli ci dicono ben poco (e inoltre solo Luca e Matteo), non sono infatti dettagli importanti per individuare il cammino che ci porta ad incontrare il Signore, servirebbero solo a soddisfare la curiosità sui particolari (che troviamo infatti nei vangeli apocrifi!)! Il Battesimo di Gesù diviene quindi il momento d’inizio della sua vita pubblica: il culmine del suo percorso per fare propria la storia degli uomini del suo tempo, per assimilarla così da poterla comprendere e poter spiegare nel modo migliore quello che voleva comunicare di Dio! Ma è anche l’inizio del suo presentare a tutti l’immagine di quel Dio che lui aveva profondamente conosciuto e sperimentato nella sua vita. Il racconto -come in altri casi- non è storicistico, ma simbolico come tutta la vita di Gesù. Siamo infatti inviati, leggendo il Vangelo, a trovare i legami tra gli eventi della vita e il loro significato, aiutati dal senso che Gesù e le persone che lo hanno conosciuto hanno saputo dare. Proviamo allora a rileggere il Vangelo di oggi in questa modalità! Lascia perplessi il fatto che Gesù vada da Giovanni a farsi battezzare! Di per sé chi andava da Giovanni lo faceva confessando i propri peccati per riceverne il perdono, ma nel caso di Gesù la cosa risulta strana! Giovanni stesso si fa portavoce di questo controsenso (espresso anche dalla prima comunità cristiana!) «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». La risposta di Gesù è un po’ enigmatica ma ci aiuta a capire il senso dell’evento: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». La Giustizia nella Bibbia è la coerenza con il progetto di Dio (abbiamo visto Giuseppe definito giusto proprio per questa sua disponibilità). È simile all’atteggiamento di Maria dopo aver ascoltato la proposta di Dio afferma: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». Si tratta di lasciare dunque che sia la realtà a plasmare la vita e non viceversa, e ci è sempre difficile accettare questo principio! Anche noi, animati dalle migliori intenzioni, vorremmo modificare la realtà perché si adegui a quello che ci sembra meglio, restando sempre sconcertati perché questa continua invece ad essere differente da quello che desideriamo. Capiamoci, non si tratta di una accettazione passiva (il punto di riferimento per la comprensione di quanto stiamo dicendo è lo stesso Gesù, che non era certo uno che accettava tutto passivamente anzi, il suo desiderio era di mutare in meglio la vita di tutti!), ma d’essere capaci di dare un significato bello ad ogni situazione -anche negativa- accolta per quello che è, per renderla capace di farci crescere in una prospettiva migliore. Il battesimo di Gesù da Giovanni diventa allora non un semplice confessare i peccati -Gesù non ne avrebbe avuto bisogno!-, ma il sapere che Gesù, pur non colpevole, vuole condividere la nostra stessa situazione, perché è proprio questo che fornisce una nuova prospettiva al nostro esistere: la certezza che Dio ci è vicino e si prende cura di noi quando ci allontaniamo da lui! Alla fine della sua vita dimostrerà la stessa cosa morendo sulla croce con e come i malfattori pur non avendo fatto nulla di male! Il Battesimo per noi diventa allora l’accettare che Dio si prenda cura di noi con tutti i nostri limiti e peccati, lasciare che condivida con noi la fatica del cammino di chi vive lontano da se stesso, dagli altri e da Dio. Non si tratta allora di confessare i propri limiti e peccati, ma di vivere la certezza d’essere accolti dal Cristo che, solidale con noi, ci accompagna in un cammino che riscatta la nostra vita per renderla sempre bella di fronte a tutti. La colomba e la voce –con i riferimenti biblici a cui si collegano- non fanno che confermare come l’iniziativa di Gesù è quella che il Dio -Padre, Figlio e Spirito- ha fatto propria da sempre!
PREGHIERE DEI FEDELI
Il Padre creatore dell’universo ci conceda di adorare sempre il Signore della Pace, e non il nostro io, con la sua ricerca del benessere personale. Preghiamo
Il Padre della Sapienza ci conceda di immergerci nella nostra realtà, in ascolto della voce del Cristo, che solo può orientare il nostro cammino di vita. Preghiamo
Il Padre della misericordia accolga papa Benedetto XVI tra i suoi amici, affinché la sua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente la voce del Cristo. Preghiamo
Il Padre del Salvatore ci conceda di accompagnare i bambini e i giovani all’ascolto di Gesù, perché divengano artefici di giustizia e custodi dei beni della terra. Preghiamo
Il Padre della Pace conceda i giovani del SERMIG di Torino di sostenere la speranza della fraternità, sempre attenti ai segni dei tempi e ben radicati nel Vangelo. Preghiamo
Il Padre della vita conceda ai popoli in guerra di sperimentare quella Pace che il bambino Gesù ha portato tra noi con la sua nascita. Preghiamo