II Domenica del tempo ordinario – 16 gennaio 2021

di | Gennaio 15, 2022

II Domenica del tempo ordinario

16 gennaio 2021

 

Dal vangelo secondo Giovanni (2, 1-11)

1Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». 4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora [?]». 5Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.

9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».

11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

 

La liturgia ci propone questo testo, tratto dall’evangelista Giovanni pur essendo nell’anno dedicato a Luca, per lo stretto legame che ha con le feste appena celebrate dell’Epifania e del Battesimo del Signore. Sono tutte infatti celebrazioni che ci presentano la manifestazione di Gesù (l’antifona al Benedictus del giorno dell’Epifania, recita infatti così: «Oggi la Chiesa, lavata dalla colpa nel fiume Giordano, si unisce a Cristo, suo Sposo, accorrono i magi con doni alle nozze regali e l’acqua cambiata in vino rallegra la mensa, alleluia»). Come sempre Giovanni non si sofferma a raccontare gli episodi della vita di Gesù, ritenendoli già conosciuti dai suoi ascoltatori, ma ne presenta l’aspetto meno appariscente ma più significativo, per chi li legge con lo sguardo allenato dall’ascolto della Parola di Dio. Per esempio nel brano vediamo che chi ne riceve vantaggio dal cambio dell’acqua in vino è lo sposo e gli invitati, che però “non sanno di dove venisse” quel vino. Solo i discepoli capiscono che quanto accaduto non è una semplice trasformazione, ma il segno che Gesù viene a cambiare una situazione che si stava seccando, e quindi decidono di affidarsi a lui e di seguirlo, su una strada certo difficile ma che si presenta capace di rinnovare anche le situazioni più complicate e problematiche. A Gesù interessa che la gioia di tutte le persone possa continuare nel migliore dei modi, e non è interessato ad essere lui il centro dell’attenzione. Noi, come i discepoli, siamo chiamati a vedere però nei cambiamenti della storia e della vita delle persone, i segni dell’intervento di Dio che rinnova la vita del mondo. La figura di Maria poi è eccezionale: è colei che ha lo sguardo d’insieme della situazione e si accorge di un particolare non essenziale per la validità del matrimonio, ma è quell’aspetto che però da un tono bello alla festa. È poi intraprendente nei confronti di Gesù (di cui, a quel punto del vangelo, non conosce ancora le capacità!) affinché manifesti più chiaramente qual è l’obiettivo della sua vita: rendere più festosa la vita di tutti! Ecco che quel segno diventa il criterio di interpretazioni tutti i segni successivi: non sono manifestazioni delle capacità taumaturgiche o miracolistiche di Gesù, ma segni del desiderio di Dio di creare sempre occasioni di gioia profonda nella vita di tutti. Come cristiani siamo chiamati a fare proprio questo nel mondo: dare gioia alla vita degli altri senza mettere noi al centro, ritrovando poi in tutti quelli che si riferiscono al Dio di Gesù Cristo un punto di riferimento importante, per vivere la vera gioia di chi dona gratuitamente gioia!

 

PREGHIERE DEI FEDELI

Il Papa ci ricorda che ogni santo e santa è un progetto del Padre per riflettere e incarnare, in un momento determinato della storia, un aspetto del Vangelo. Perché sappiamo, a partire da noi stessi, vivere più a fondo e coerentemente il Vangelo, per essere strumenti di rinnovamento nella Chiesa e nella società. Preghiamo

Inizia in questi giorni la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, sul tema: “In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo(cfr. Mt 2, 2). Perché, rievocando l’esperienza dei Magi, sappiamo anche noi, insieme con tutti i cristiani, metterci in ricerca del Signore presente nella nostra vita e nella storia. Preghiamo

Nell’udienza all’Azione Cattolica francese, papa Francesco ribadisce l’importanza del metodo del “vedere, giudicare e agire, per lasciarci guidare dal Vangelo, accettando l’incontro tra la propria umanità e la “divinità trasformante” di Gesù crocifisso. Perché sappiamo anche noi trovare modi adeguati per raggiungete i giovani dove sono, ed aiutarli ad essere protagonisti della loro vita e di quella della Chiesa. Preghiamo

Nella catechesi dell’udienza generale, dedicata alla figura di san Giuseppe il falegname, papa Francesco ha invitato tutta la Chiesa a domandarsi come riscattare il lavoro “dalla logica del mero profitto”. Perché il lavoro “possa essere vissuto da tutti come diritto e dovere fondamentale della persona”. Preghiamo

David Sassoli, morto in questi giorni, è ricordato come “credente animato di speranza e di carità” ma anche come “competente giornalista” e “stimato uomo delle istituzioni che, in modo pacato e rispettoso, nelle pubbliche responsabilità ricoperte si è prodigato per il bene comune con rettitudine e generoso impegno”. Perché anche noi sperimentiamo la gioia che viene da quello che si dona agli altri senza cercare il proprio interesse. Preghiamo