IV Domenica del tempo ordinario – 29 gennaio 2023

di | Gennaio 28, 2023

IV Domenica del tempo ordinario

29 gennaio 2023

 

Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12a)

1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: 3«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
5Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

 

L’evangelista Matteo pone all’inizio dell’attività di Gesù un testo che potremmo facilmente vedere come l’espressione di tutta la vita di Gesù. Ogni affermazione di questo testo trova infatti la sua esatta interpretazione guardando a tutta la vita di Gesù. Potremo così constatare come lui ha trovato piena soddisfazione nel vivere le beatitudini, aveva trovato in esse il modo migliore per essere uomo e dimostrare così la grandezza di un Dio che offre l’orientamento giusto per vivere al meglio la nostra vita di uomini e donne. Non si tratta infatti di gesti isolati edificanti, ma di uno stile di vita fatto proprio, capace di dare un significato costruttivo anche a situazione che possono apparire controproducenti, capace di far emergere una qualità di vita elevata, da ammirare per il coraggio e la correttezza.

La Giornata della Memoria ci ha offerto la testimonianza di persone che hanno compreso, al di fuori del cristianesimo, come ci sia una qualità di vita superiore nel vivere in un certo modo! Abbiamo sento Liliana Segre dire (a Che tempo che fa e in altre situazioni) “Uno dei soldati buttò la pistola ai miei piedi. Ebbi la tentazione di prendere la pistola e sparargli. Però poi fu un attimo meraviglioso della mia vita, in cui ho capito che non ero come lui!” Oppure quando nell’intervista a Edith Bruck afferma: “Ho incontrato [da donna libera] un Kapò… non sono in grado di giudicare, l’essere umano è fragile, e non sappiamo quanto e come hanno sofferto, hanno perso tutta la famiglia, sapevano che non c’era speranza, sono stati disumanizzati… non ho denunciato nessuno, non sono qui a giudicare nessuno, perché non abbiamo vissuto quello che hanno vissuto loro!”

Le beatitudini non sono infatti un ideale astratto, un’esortazione moralistica, una prospettiva di vita per asceti, ma l’indicazione per uno stile di vita pienamente umano, una cartina di tornasole per capire se il mio modo di vivere è in sintonia con la mia appartenenza al genere umano o no! Si tratta infatti di capire che l’unico a cui posso comandare come deve vivere sono io stesso, e solo dopo che avrò saputo comandare a me stesso potrò efficacemente comandare agli altri! Potrò essere operatore di pace perché prima ho deciso io di non prendere quella pistola per usarla! Potrò essere misericordioso perché non so quanto possono aver sofferto e quindi non posso giudicare nessuno…

In una situazione dove l’aumento delle spese militari sembra essere l’unica soluzione possibile di fronte alla guerra, dove si trovano i milioni per le armi ma non per la sanità, per l’istruzione, per ridurre la povertà (l’ultimo rapporto Oxfam afferma chiaramente che in Italia -come altrove- sta crescendo la contrazione della ricchezza e aumentano le disuguaglianze; 1% più ricco del mondo detiene il 45% della ricchezza, e la metà più povera lo 0,75% della ricchezza mondiale), non possiamo pensare che la soluzione sia quella di entrare in quel numero sempre più ristretto dei ricchi. Forse rende meglio ragione al nostro vivere la consapevolezza che l’essere perseguitati per la giustizia (quella di Dio, per cui siamo parte tutti in una fratellanza umana) è il modo migliore per dimostrare ai giovani e a chi verrà dopo di noi qual è il modo più autentico di vivere la nostra esistenza in questo mondo.

 

PREGHIERE DEI FEDELI

Padre di tutti i popoli, nel ricordo dello sterminio di milioni di persone, aiutaci a vivere la fraternità, dissipando le radici dell’odio e delle violenza che sono dentro di noi. Preghiamo

Padre di ogni persona, aiutaci a comprendere che essere omosessuali non è un crimine, e a vivere la nostra sessualità come dono d’amore. Preghiamo

Padre degli apostoli, sostieni i vescovi e i presbiteri nell’essere testimoni della tua misericordia, accogliendo con gioia la chiamata a seguire il tuo Cristo. Preghiamo

Padre della pace, la guerra è sempre una sconfitta dell’umanità ed è sempre un orrore, i cristiani sappiano costruire la pace nella verità e nella giustizia, senza incrementare l’uso delle armi. Preghiamo

Padre della vita, aiuta la Chiesa italiana ad essere creativa, aperta e coraggiosa nel sostenere i temi cruciali della vita di ogni persona. Preghiamo

Creatore e Padre, sostieni la comunità internazionale nel trovare una soluzione pacifica all’interminabile conflitto tra  Palestinesi ed Israeliani. Preghiamo