Pasqua di Risurrezione – 9 aprile 2023

di | Aprile 9, 2023

Pasqua di Risurrezione

9 aprile 2023

 

Dal Vangelo secondo Matteo (28,1-10)

1Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve.

4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.

5L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».

8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. 9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute [=rallegratevi] a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono.

10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».

 

Nella maggior parte delle confessioni di questi giorni è emerso come ciò che tutti hanno notato in se stessi è un calo della sensibilità religiosa, un adagiarsi su posizioni meno impegnative, e il covid ha sicuramente dato una spinta notevole a tutto questo. Per i ragazzi la religione (e per quelli che vengono a confessarsi!) è solo un andare a messa nelle grandi feste e considerare le preghiere come qualcosa che facevano quando erano piccoli. Per gli adulti gli impegni o la salute ha reso più difficile la partecipazione alla messa e ci si è abituati ormai a vederla (a volte) alla televisione! Per il resto i peccati riferiti sono più o meno i soliti, anche se non mancano le eccezioni dove la confessione diventa occasione per affrontare difficoltà in famiglia o con alcune situazioni di sofferenza! La tentazione continua è di lasciar perdere attività -come la partecipazione alla messa o la preghiera- che appaiono sempre più inutili per la vita concreta, o a volte di sentirsi in colpa per non essere riusciti con i figli a trasmettere quei valori che noi riteniamo importanti, e quindi, alla fine, a rinunciare anche noi a coltivarli.  Direi che in questa situazione parlare della Pasqua è raccontare di qualcuno che ha considerato come la perseveranza nel ricercare il bene degli altri, e non il proprio, è fondamentale! Perseverare nel donare agli altri gratuitamente qualcosa che non si aspettano o anche che non meritano; perseverare nell’offrire con gioia una eccedenza di benevolenza che ai occhi degli altri appare come non opportuna.

Ora perché perseverare quando tutto sembra dirci: “Ma chi te lo fa fare?”. Perché agire gratuitamente a favore degli altri quando constato che ognuno compie, ma come fosse un pesante sforzo, solo quello che deve fare per obbligo, e che poi si sente anche svogliato e appesantito dalle troppe cose da fare? Perché perdere tempo per gli altri quando mi sento costretto a seguire tante cose (un lavoro stressante, genitori anziani che chiedono attenzione, figli che non rispondono mai alle nostre aspettative, vicini che interferiscono con la nostra vita…) e mi sembra di non avere mai tempo per me, per prendermi cura di me stesso, visto che gli altri non si curano di me?

Scoraggia ancora di più l’indifferenza delle persone verso cui riteniamo di aver dimostrato particolare attenzione e disponibilità -come i famigliari-, da cui si aspetteremmo considerazione e disponibilità verso di noi! E invece abbiamo l’esatta percezione dell’inutilità del darci da fare per loro! La reazione che ne otteniamo è o la continua pretesa di quello che noi consideriamo la conseguenza di un nostro sforzo, o il dare per scontato che l’altro faccia qualcosa per me, come fosse ormai un diritto acquisito! Disarma il fatto che non c’è quel passaggio all’altro -che ci sembra essere ovvio- di quello che noi di solito definiamo la conseguenza del buon esempio! Non serve più a nulla dare il buon esempio!! Il bene fatto non comunica più nulla, e tantomeno convince l’altro a prenderlo in considerazione! Siamo diventati come sanguisughe che succhiano vita incapaci di darla! E restiamo amareggiati se questo atteggiamento si ritorce poi contro di noi!

 

Gesù aveva colto questo perverso gioco diabolico che conduce all’indifferenza verso gli altri, e che si rivolta su di me obbligandomi a prendermi cura di me stesso perché ho la percezione (vera o presunta) che gli altri non si interessino di me, provocandomi ancora di più il disinteresse verso gli altri. Per Lui l’unico modo per scardinare questa logica perversa è eccedere nella cura verso l’altro! Far capire all’altro che non è obbligato ad affannarsi per se stesso perché c’è qualcuno che si prende cura di lui, qualcuno che lo accompagna nel cammino, non blandendolo ma facendolo crescere nella libertà. Solo chi è amato sa amare, chi vive percependosi non amato farà fatica ad amare gratuitamente, perché ricercherà sempre quell’amore di cui ritiene d’essere stato privato; e purtroppo lo farà con chi effettivamente non lo ama, ma anche con tutti gli altri che incontra!

Gesù ha saputo perseverare nella logica del dono eccedente perché nessuno potesse dire di non essere stato amato da lui; anche Giuda non poteva dire di non essere stato amato, anche Pietro, anche i discepoli, anche gli scribi e i farisei, anche Pilato… Nessuno ha potuto dire “Gesù mi ha condannato! Gesù non mi ha amato!”, nessuno si è sentito “non amato”! Chi lo ha voluto morto l’ha fatto per invidia, perché non poteva accettare che Dio amasse tutti anche chi non lo meritava, come Gesù invece ha dimostrato!

La risurrezione è il modo con cui Dio ha sancito definitivamente come la vita piena è ottenibile solo da chi arriva ad accogliere la prospettiva che la propria felicità la si raggiunge solo rendendo felice la vita degli altri! Gesù è ancora vivo perché chiunque accoglie la sua benevolenza verso di noi si scopre capace di eccedere nel prendersi cura degli altri, e questo ridà voglia di vivere alle persone, dà Vita a chi sente la vita come un peso! Gesù è vivo -risorto- perché mi da vita, perché la relazione con lui è capace di darmi la possibilità di vivere una vita bella, contenta, motivata, capace così di dare senso anche ai momenti difficili, per affrontarli con serenità e coraggio.

Come cristiani siamo chiamati a dare vita alle persone e al mondo, smascherando tutto quello che produce morte e quello che chiamavamo accidia (uno dei 7 vizi capitali), cioè la perdita della voglia di agire bene; non si tratta d’essere degli scansafatiche, ma non trovare più il gusto di fare le cose belle, buone gratuite, eccedenti! È essenziale dunque credere nella Risurrezione perché qui troviamo la spinta motivazionale da donare al mondo, per dare speranza alle nuove generazioni che ricercano in noi, tra i tanti ostacoli che si presentano alla loro vita e che noi abbiamo creato, motivi belli per vivere e per rendere migliore in mondo in cui viviamo!

 

PREGHIERE DEI FEDELI

Alleluia Signore Gesù! Oggi il nostro cuore è pieno di gioia, la morte conseguenza del peccato è vinta, trionfa invece la Vita che tu ci hai donato! Questa Buona Notizia permetta alla tua Chiesa -popolo sacerdotale, regale e profetico- di gioire ogni giorno, di ripartire motivata e risollevata, felice per la Via che ci hai indicato. Insieme preghiamo.

Alleluia Signore Gesù!  Tu Risorto ci precedi sempre: concedici di saperti vedere e riconoscere nella quotidianità, nelle persone sole, malate o senza famiglia. La nostra non sia una Comunità che gira la testa per non vedere e non accogliere, ma che sa invece far arrivare la tua carezza e la tua tenerezza a chi è in difficoltà. Insieme preghiamo.

Alleluia Signore Gesù! Oggi ci insegni che non dobbiamo restare prigionieri nelle nostre tombe di individualismo, ma che dobbiamo aprire a te tutti i nostri dubbi, lacrime e paure, tutti i nostri “SE…” e “MA…”. Il tuo perdono e la tua misericordia possano diventare nostri, perché sia evidente a tutti la bellezza d’essere cristiani. Insieme preghiamo.

Alleluia Signore Gesù! Ti preghiamo per l’intera umanità: si diffonda nel mondo il lieto annuncio che Cristo nostra Pace è risorto! Si depongano ovunque le armi, e sia accolta da tutti la chiamata a camminare su vie di libertà, di giustizia e di perdono. Insieme preghiamo.

Alleluia Signore Gesù! Ti affidiamo tutte le sorelle e i fratelli defunti: fin da ora partecipino alla gioia del tuo Regno, nella comune attesa della risurrezione alla fine dei tempi. Insieme preghiamo.