VII Domenica del tempo ordinario – 20 febbraio 2022

di | Febbraio 19, 2022

VII Domenica del tempo ordinario

20 febbraio 2022

 

Dal Vangelo secondo Luca (6,27-38)

 

27Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. 29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

 

 

Quello ascoltato risulta un testo centrale nella proposta evangelica, un testo che presenta nel modo più chiaro quello che dovrebbe essere lo stile del cristiano, e forse proprio per questo è disatteso, perché ritenuto troppo esigente per le possibilità che riteniamo di avere! La conseguenza è che trascuriamo proprio quello che dovrebbe caratterizzarci e farci riconoscere, e di conseguenza la nostra capacità di attrarre altri all’incontro con Dio, viene meno. Proviamo allora a vedere da un altro punto di vista la proposta per capire che forse possiamo giocare meglio questa carta della nostra testimonianza. Intanto Gesù non ci chiede di amare il nemico come si ama Dio (“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”, Matteo 22,37), e neanche di amare il nemico come si ama il prossimo (“Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Matteo 22,39). Dà invece alcune indicazioni su come poter amare il nemico. Si tratta infatti di allenarsi a fare, dire, pensare bene del nemico! “Fate del bene a quelli che vi odiano”, cioè risponde al male con il bene perché la tua libera scelta di amare non dipende dal contraccambio che io ne ricavo, se sono contraccambiato infatti non posso parlare di amore -che di per sé deve essere gratuito- ma al massimo di amicizia, e comunque se amo solo se sono ricambiato è un amore un po’ fragile, non ci qualifica certo come persone mature! “Benedite coloro che vi maledicono”, cioè non solo dite bene di loro, ma quando parlate di loro, questi devono capire che voi li considerate con una attenzione particolare, come quella di una madre nei confronti di quel figlio che rifiuta la correzione. “Pregate per coloro che vi trattano male”, cioè non tanto chiedete a Dio che li converta (come se non fosse sua intenzione primaria!), quanto piuttosto che il Signore cambi il nostro cuore (il nostro atteggiamento) nei loro confronti, perché non sia la paura di perdere qualcosa a guidare le nostre scelte, ma il bene dell’altro! Amare il nemico diventa allora un modo per allenarci a qualificare la nostra umanità, crescere nella libertà di saperci prendere cura dell’altro non per il vantaggio che ne posso ricavare, ma perché l’altro è comunque qualcuno da rispettare perché uomo/donna come me, alla fin fine destinati tutti ad una conclusione comune, la morte, di fronte alla quale non ci sono differenze di persone.

 

PREGHIERE DEI FEDELI

La fede non si riduce a una serie di credenze teoriche, di tradizioni o una serie di usanze, infatti Gesù ci propone una visione sempre nuova delle nostre relazioni con gli altri -in particolare in famiglia-, della nostra fragilità umana, della malattia e della morte. Perché l’incontro con la Parola di Dio, che ci apre alla vita e alla fede, ci permetta di costruire relazioni fraterne e solidali, nella Chiesa e nella società. Preghiamo

La Comunità di Sant’Egidio ha riunito testimoni ed esponenti delle forze politiche italiane nel dire no alla guerra, a quella che ogni ora rischia di deflagrare al confine tra Russia e Ucraina. Perché, dopo le migliaia e migliaia di morti per questa tragica pandemia, impariamo a ricostruire su nuove basi le relazioni tra i popoli, e per ottenere questo ricerchiamo la pace. Preghiamo

Proseguono gli incontri diplomatici per cercare di risolvere la questione in Ucraina. Perché dinanzi alle minacce di nuove sofferenze e conflitti sappiamo pregare il Padre affinché la riconciliazione offertaci in Cristo, ci sostenga nel rinnovare l’appello, a chi tiene in mano le sorti delle Nazioni, perché evitino l’assurdità di una nuova guerra. Preghiamo

Si concludono le Olimpiadi invernali di Pechino, e ancora una volta lo sport dice la sua, che va oltre i campi di gioco e le piste, per dare un segnale importante di dialogo nel momento difficile che il mondo sta vivendo e non solo per il problema pandemia. Perché sappiamo coltivare i valori universali dello sport, come la solidarietà, la fraternità e anche una sana competizione. Preghiamo