XIV Domenica del tempo ordinario – 3 Luglio 2022

di | Giugno 30, 2022

XIV Domenica del tempo ordinario

3 Luglio 2022

Dal Vangelo secondo Luca (10, 1-12.17-20)

1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. 10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11“Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

 

Le indicazioni che Gesù suggerisce ai suoi discepoli possono esserci utile per capire come anche noi possiamo essere significativi, come persone e come cristiani, in questo nostro mondo. Se domenica scorsa abbiamo sentito (ed erano i versetti immediatamente precedenti) le esigenze di libertà richieste a chi accoglieva l’invito di Gesù a seguirlo, esigenze tali da far passare la voglia di seguirlo, vediamo come il seguito presenta invece un numero considerevole (di per sé 72 indica una totalità) di discepoli che precede il Signore. Non si sono però spartiti il territorio tra Gesù e gli inviati con l’obiettivo di raggiungere più persone possibile, ma questi lo precedevano dove stava per recarsi. Il loro compito non era quindi quello di sostituirsi a Gesù ma di predisporre le persone ad una migliore accoglienza! Sono inviati poi non solo ad entrare nelle case ma anche nelle città, dove possono essere accolti o meno (come abbiamo sentito domenica scorsa con i samaritani) ma questo non scandalizza, ma è l’inevitabile conseguenza della libertà con cui Gesù propone il suo messaggio. La presenza dell’inviato è dunque sia nel contesto ristretto della famiglia come quello più impegnativo della città, con le sue relazioni sociali e politiche. Ma nonostante le inevitabili possibilità di una non accoglienza, tornano pieni di gioia, perché hanno avuto la possibilità di partecipare all’iniziativa di Dio (i vostri nomi sono scritti nei cieli), Egli vuole che tutti si rendano conto di come il Padre si prende cura di ciascuno di noi, ma soprattutto di quelli che vengono esclusi dalla società.

Non sono banali queste osservazioni per noi: non è difficile sentire nonni o genitori che riferiscono come hanno fatto di tutto perché i nipoti o i figli seguissero le buone abitudini religiose che avevano contrassegnato positivamente la loro vita, ottenendone solo commiserazione e di fatto un rifiuto a seguire tradizioni che i più giovani considerano inutili. Forse una maggiore consapevolezza che siamo chiamati non tanto ad indurre a riti religiosi quanto piuttosto a creare le condizioni perché le persone accolgano con gioia una proposta qualificante la vita, una proposta certo impegnativa, che posso rifiutare, ma che non cessa d’essere qualitativamente significativa per rendere migliore la vita di ogni persona, potrebbe rendere più efficace la nostra testimonianza. Una testimonianza che non può ridursi alla sola sfera personale o familiare, ma che deve coinvolgere anche la città, la convivenza sociale. Agendo in questo modo riusciremo anche noi a sperimentare quella gioia che ci viene dalla certezza di collaborare al grande progetto di Dio e che, come è stato per Gesù, non ci chiama a risolvere tutti i problemi di tutti, ma a contribuire ad un progetto di vita ben migliore di quello che noi possiamo immaginare, e che coinvolge ogni persona di buona volontà. Forse anche noi riusciremo così a comunicare ovunque quella pace di cui il mondo ha sempre più bisogno!

 

PREGHIERE DEI FEDELI

Gli anziani, con la loro esperienza e saggezza, siano per i giovani un aiuto per guardare al futuro con speranza e responsabilità. Preghiamo.

La riconciliazione tra i cristiani separati contribuisca alla pacificazione tra i popoli, in un mondo sconvolto dalla guerra. Preghiamo

L’odio e la violenza siano incompatibili con le fedi di tutte le religioni, per imparare insieme a superare ogni conflitto. Preghiamo.

I giovani trovino luoghi e persone accoglienti per esprimersi con libertà, valorizzare le proprie doti e crescere nella cura verso il creato. Preghiamo.

La guerra in Ucraina e la crisi economica non acuisca l’accaparramento delle terre e delle risorse della terra nelle mani di pochi. Preghiamo.

Le violenze contro i cattolici in Nigeria abbiano fine, e si ristabilisca la pace e la sicurezza nel Paese. Preghiamo.