XXII Domenica del tempo ordinario – 3 settembre 2023

di | Settembre 2, 2023

XXII Domenica del tempo ordinario

3 settembre 2023

 

Dal Vangelo secondo Matteo (16,21-27)

21Da allora Gesù cominciò a mostrare ai suoi discepoli che per lui era necessario andare a Gerusalemme, patire molte sofferenze da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, essere ucciso e essere risvegliato al terzo giorno. 22Allora Pietro, tiratolo a sé, cominciò a rimproverarlo dicendo: «Dio sia misericordioso con te, Signore! Questo certamente non ti accadrà». 23Ma egli, voltatosi, disse a Pietro: «Vattene dietro a me, Satana! Tu sei per me un inciampo, perché i tuoi pensieri non sono quelli di Dio, ma quelli degli uomini!”.

24Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire dietro a me, deve rinunciare ad affermare sé stesso, prendere la propria croce e seguirmi. 25Chi infatti vuol salvare la propria vita, la perderà; ma chi perde la propria vita per causa mia, la troverà. 26Che vantaggio avrà infatti un uomo se avrà guadagnato il mondo intero e poi sarà stato privato della propria stessa vita? Oppure che cosa potrà dare un uomo a riscatto della propria vita? 27Il Figlio dell’uomo, infatti, sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo la sua condotta [Sal 28,4; 62,13].

 

Il brano ascoltato è l’immediato seguito di quello di domenica scorsa quando, ricorderete, Pietro ha proclamato che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente! Se in quell’occasione Pietro era stato definito come pietra su cui edificare la Chiesa, qui invece è definito come pietra di scandalo! Come già facevo notare, non è detto che all’affermazione verbale corrisponda la comprensione profonda di quello che si dice. L’idea infatti che Pietro e i suoi amici avevano del Cristo era di un inviato da Dio per eliminare gli invasori e premiare i fedeli (in coerenza con l’opinione degli ebrei di quel tempo) e quindi comprendiamo come risulti per loro inconcepibile che Gesù Cristo dica che dovrà soffrire e morire. E non risulterà affatto semplice per Gesù introdurre i discepoli ad un altro ordine di idee, la comprensione infatti l’avranno solo dopo la sua morte, quando comprenderanno che la vita è piena (da risorti) solo per chi sa dare vita agli altri. Non siamo qui a rimproverare Pietro per la sua affermazione, ritenendo che a spingerlo a parlare fosse stato il suo grande amore per Gesù e la conoscenza che aveva di Dio, così come mediata all’epoca da scribi e farisei. Forse vale la pena i comprendere come i pensieri di Dio non siano semplicemente differenti dai nostri, ma certamente più capaci di vedere in grande le situazioni, di comprenderle in profondità, di coglierne le conseguenze… Quest’ottica differente permette di capire meglio gli eventi, e quindi di fare scelte più oculate! L’educazione di un ragazzo/a non può basarsi semplicemente nel dirgli cosa fare o cosa non fare, ma nell’offrirgli una differente e qualificata interpretazione delle cose perché acquisisca la capacità di capire meglio da solo come è meglio agire nelle diverse circostanze della vita. Questo è anche il compito del cristiano nel mondo! Non è colui che afferma ciò è giusto e ciò che è sbagliato, e impedisce agli altri di fare quello che ritiene sbagliato. Ma colui che aiuta a dare interpretazioni di spessore, capaci di dare senso pieno e speranza senza condanna alle diverse vicende della vita. La comunità cristiana poi sarà capace di dimostrare concretamente, con il suo stile di vita, che le scelte operate in seguito a questo sguardo differente, sono migliori e più umanamente significative di quelle prese da altri punti di vista.

Interessante è che Gesù a Pietro, che definisce come Satana cioè come colui che non aggancia il senso degli eventi alla logica di Dio, non fornisce esortazioni morali (umiliati, non essere orgoglioso, sacrificati…) o norme religiose (prega di più, leggi la Bibbia, medita la Parola frequenta il tempio…) ma gli chiede di seguirlo! E seguire Gesù vuol dire lasciarsi interrogare dalle diverse situazioni che si presentano sapendoci dare un senso liberante, capace di risollevare la vita delle persone anche se sottoposte ad una situazione disastrosa ed escludente!

Se anche noi intuiamo che , nonostante tutta la nostra buona volontà e il nostro amore, le nostre scelte non risolvono i problemi – anzi a volte li peggiorano –, accettiamo l’invito di Gesù a camminare con lui guardando persone e situazioni con il suo stesso sguardo. Ma, come ci avverte il testo evangelico, per fare questo occorrono dei pre-requisiti: rinunciare ad affermare noi stessi a tutti i costi e accogliere le conseguenze di scelte fatte per edificare e rialzare la vita degli altri! Se siamo educatori abbiamo l’esperienza di come per far crescere una persona importante è accompagnarla, con autorevolezza ma non con obblighi autoritari, sapendo accettare anche le sconfitte educative perché non si ricerca l’approvazione degli altri, ma ciò che rende migliore la vita della persona che accompagniamo!

Il Signore ci aiuti in questo contesto storico, dove l’opera educativa è sempre più carente e la presenza di figure di adulte significative sempre più scarsa, ad essere una comunità cristiana che sa dare speranza e gioia al cammino della vita delle persone che incontra.

 

PREGHIERE DEI FEDELI

Il papa in Mongolia ha esortato il Paese ad avere un ruolo importante per la stabilità e la pace nel mondo. Perché sappiamo collaborare anche noi con le altre religioni nella cura dell’ambiente e nella lotta contro la corruzione che impoverisce i popoli. Preghiamo.

Il progresso digitale può diffondere una cultura dell’incontro e del dialogo. Perché il diritto alla libertà di opinione e di espressione, siano utilizzati in modo responsabile per sviluppare legalità, solidarietà, pace e giustizia. Preghiamo

In questi giorni celebriamo la Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del Creato. Perché sappiamo lavorare accanto alle popolazioni che stanno soffrendole le conseguenze del cambiamento climatico, per alleviare le conseguenze che subiranno i nostri figli a causa delle nostre attuali scelte. Preghiamo

“Morire sul lavoro è un oltraggio ai valori della convivenza”. Perché si sviluppino le condizioni per formare insieme lavoratori e datori di lavoro in maniera congiunta, per la difesa della dignità e della realizzazione di ogni persona. Preghiamo

Anche in Gabon, dopo Niger, Burkina Faso, Mali e Guinea, un colpo di stato militare ha annullato le elezioni. Perché siano prese in considerazione le esigenze di cambiamento, di alternanza ai vertici dello Stato e di transizione generazionale, delle popolazioni dei Paesi africani. Preghiamo

Perché le aperture ad una soluzione politica del conflitto in Ucraina, orientino la diplomazia su strade alternative a quella dello scontro armato, della distruzione e delle morti indiscriminate. Preghiamo