Nostro Signore Gesù Cristo re dell’universo – 21 novembre 2021

di | Novembre 20, 2021

XXXIV Domenica del tempo ordinario

Nostro Signore Gesù Cristo re dell’universo

21 novembre 2021

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (18,33b-37)

33Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 36Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

 

Siamo alla conclusione dell’anno liturgico, e questa celebrazione vorrebbe idealmente condurci a precisare l’obiettivo del nostro percorso di vita, per poter meglio valutare il nostro vivere presente. Il confronto tra Gesù (che ormai vede segnata la sua vita dalla condanna, per invidia, delle autorità del tempo), e Pilato (che storicamente non è stato dopotutto tra i peggiori governatori romani in terra di Palestina) mette in evidenza chiaramente due concezioni differenti di esercitare l’autorità sugli altri. Per Pilato la regalità sulle persone si basa principalmente sulla forza militare, per Gesù la regalità sulle persone si basa sull’attrarle con la forza dell’amore, disposto a tutto purché la loro vita sia migliore. Nella situazione in cui si trovava non aveva inoltre più la preoccupazione d’essere frainteso nelle sue affermazioni: era evidente che non era un re che intendeva far da padrone sulla vita della gente, e neanche un re che avrebbe assecondato gli istinti della gente, come quella volta che volevano farlo re dopo che aveva moltiplicato i pani per la folla. Forse l’affermazione che lascia in difficoltà Pilato, e a ben pensarci anche noi, è quella conclusiva del vangelo di oggi: «Sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Qui si tratta infatti di capirsi bene su cosa intendiamo per verità, altrimenti rischiamo di bloccarci di fronte ai nostri preconcetti. L’accezione normale che diamo alla verità è la corrispondenza con quello che abbiamo davanti o che è successo (gli antichi dicevano: adaequatio rei et intellectus), ma sappiamo come sia tutt’altro che semplice questo giungere a questo tipo di verità: il relativismo, per non parlare delle fake news, ci hanno disilluso sulla possibilità di arrivare a questa verità, per cui riteniamo vero solo quello che per noi è vero! (ne abbiamo una prova ulteriore con le attuali contestazioni dei no-Vax). Quanto poi è emerso nell’affrontare il COVID ha inoltre manifestato come anche la scienza non ha verità da fornirci, perché il tutto si basa sulla sperimentazione, e la stessa cosa si può dire anche per altre scienze! Già cominciamo quindi ad intuire che Gesù non intendeva certo riferirsi a questo tipo di verità. La sua non era infatti di una verità teorica, ma di una verità pratica! È vero quello che mi mette in relazione con qualcuno che dona pienezza alla mia vita, che mi dona il gusto del vivere, non però come un bene-essere personale (tipo stile religioni orientali: cerco di vivere in armonia con me stesso, con gli altri e col creato), ma come scoperta che il modo migliore per vivere è donare gioia alla vita degli altri. Un genitore non si accontenta di vivere in armonia, sa che amare vuol dire anche perdere qualcosa di sé perché l’altro riesca meglio nella sua vita, e che invece la ricerca prima della propria autorealizzazione apre lo spazio ai contrasti, e l’armonia con gli altri finisce presto! «Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Chi ascoltiamo dunque?

 

PREGHIERA DEI FEDELI

Papa Francesco ci ricorda che il dialogo sociale è la “via maestra verso una nuova cultura” perché presuppone il rispetto sincero del punto di vista dell’altro. Perché sappiamo edificare una società che coltiva la ricerca della verità, perché riconosce che “ogni essere umano -credente e non credente- possiede una dignità inalienabile”. Preghiamo

Oggi celebriamo la 36a Giornata Mondiale della Gioventù, a livello diocesano, sul tema “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto!”. Perché sappiamo porre i giovani al centro dell’attenzione pastorale, rendendoli protagonisti del processo di rinnovamento della Chiesa, e non solo di alcuni eventi. Preghiamo

Oggi [Ieri] si celebra [è celebrata] la Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Mentre ancora sono visibili le conseguenze psicologiche della pandemia sui più piccoli, in varie parti del mondo i diritti del fanciullo continuano ad essere trascurati. Perché i governi sappiano combattere la piaga del lavoro minorile, che mette a rischio la salute dei più piccoli, li priva del loro diritto all’istruzione e a vivere un’infanzia serena. Preghiamo

Il dramma dei migranti bloccati al confine tra Bielorussia e Polonia è stato segnato dolorosamente dalla morte per il freddo di un bambino siriano dell’età di un anno, che ci ricorda anche quella del piccolo Aylan, il bambino trovato senza vita su una spiaggia turca. Perché sappiamo superare l’indifferenza e tornare a considerare come prioritarie la fraternità e la solidarietà. Preghiamo