Pentecoste – 5 giugno 2022

di | Giugno 4, 2022

Pentecoste

5 giugno 2022

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (14,15-16.23b-26)

 

15«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.

23Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

 

I discepoli avrebbero preferito continuare a vivere insieme a Gesù, la sua presenza era rassicurante, garantiva una apertura mentale che da soli non riuscivano a raggiungere, certo non capivano tutto quello che proponeva, ma non potevano che restare ammirati per quello che diceva e faceva. Gesù invece, come troviamo scritto nel discorso di addio del quarto Vangelo, fa un lungo discorso per dire ai suoi discepoli che se ne va, seguendo una modalità che ha sempre caratterizzato i profeti del Primo Testamento: ucciso da coloro che ritenevano d’essere i difensori della religione costituita. Però in Lui si realizza un salto di qualità: Dio Padre chiarisce definitivamente in lui che chi dona la sua vita per donare una vita migliore agli altri, entra in una dinamica di Amore che è capace di superare qualsiasi prospettiva di morte e di abbandono! L’amore gratuito sarà sempre ricordato e renderà così sempre viva la persona -risorta-, e Dio si fa garante di questo amore senza fine.

La preoccupazione dei discepoli è, dopo le parole di Gesù, nel non sapere come gestire l’imprevedibile che si sarebbe presentato dopo la partenza di Gesù, ma ciò che la comunità cristiana ha saputo raccontare fin dall’inizio (negli Atti degli Apostoli) è proprio la capacità di fare dell’imprevedibile l’occasione per fare dei passi avanti grandiosi nella testimonianza dell’accompagnamento del Risorto tra loro. Molti sono gli esempi, ne accenno ad alcuni. La persecuzione che ha colpito la comunità ha costretto i discepoli ad allontanarsi da Gerusalemme, e questa è stata l’occasione per rivolgersi ai pagani; Pietro vede lo Spirito agire anche sui pagani e giustifica in questo modo di fronte ai giudeo-cristiani la sua decisione di battezzare anche loro (“Chi sono io per porre impedimento a Dio?”); Filippo si trova ad affiancare l’eunuco che stava leggendo il profeta Isaia e, sollecitato da lui, prende la decisione di battezzarlo nonostante le regole ebraiche imponessero il contrario…

Chi è dunque lo Spirito? È colui che mi permette di fare dell’imprevedibile non l’occasione della preoccupazione, dell’ansia -che può sfociare nell’angoscia- ma lo stimolo per stupirmi e riconoscere l’opportunità che mi viene offerta! È quello che ha sempre fatto Gesù, non ha mai incasellato gli altri nei suoi schemi, ma ha saputo fare di quanto gli accadeva camminando per via l’occasione per amare meglio è di più! In questo senso potremmo dire che “andava a cercarsele”, non si tirava certo indietro di fronte alle situazioni anche dove era evidente che cercavano di incastrarlo per trovare motivazioni per metterlo a morte.

Il nostro contesto non ci aiuta in questo: noi preferiamo avere tutto sotto controllo (basta vedere la pubblicità come ci suggerisce come basti un’applicazione sul cellulare per sentirci onnipotenti, capaci di gestire il conto in banca, l’acquisto di prodotti, il controllo sulle spese per le utenze, la possibilità di sapere quello che stanno facendo gli altri…), ma dall’altra parte siamo sempre più sensibili di fronte a chiunque ci sembra víoli la nostra privacy e ci controlli (la questione aperta del controllo biometrico e dell’Intelligenza Artificiale). Controllare tutto ci rassicura (ma perché abbiamo paura e siamo insicuri!), ma non ci permette di incontrare realmente le persone che non sono controllabili! Come cristiani siamo chiamati a vivere questo tempo dove l’imprevedibile è sempre più evidente (pandemia, guerra, clima…) non come un tempo di preoccupazione di ansia, ma come un tempo che appella alla nostra responsabilità e maturità, per indirizzare anche questo tempo su vie di giustizia e di pace, e non -come purtroppo sta accadendo- su vie di violenza e di sopraffazione!

 

PREGHIERE DEI FEDELI

I cristiani vivano questo tempo lasciandosi guidare dallo Spirito, per essere creativi nelle vie della riconciliazione e della pace. Preghiamo.

I cento giorni dall’inizio della guerra in Ucraina rafforzino in noi la volontà di dire “no” a tutte le guerre. Preghiamo.

L’aumento delle spese militari e la riduzione di quelle per la sanità e l’istruzione ci rendano più responsabili nella vita politica. Preghiamo.

Le famiglie sappiano vivere, pur nelle difficoltà, la gioia di crescere nell’amore e nel saper ringraziare. Preghiamo.

La rinnovata tregua in Yemen possa ridare speranza alla popolazione del Paese. Preghiamo.

Le riflessioni al Festival dell’Economia di Trento siano l’occasione per proporre un futuro sostenibile. Preghiamo.