Ascensione del Signore
29 maggio 2022
Dal Vangelo secondo Luca (24,46-53)
46«Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono [adorarono] davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
La chiave di lettura per poter comprendere questo Vangelo direi che ci è data dalla ultime parole: «Tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio». Se ci sembrerebbe più ovvia la tristezza, la desolazione per il fatto che Gesù si allontana definitivamente dai suoi amici; se considereremmo più scontata la preoccupazione per come si sarebbero sviluppate le cose senza Gesù, visto come è andata a finire con lui presente; se considereremmo plausibile la paura, come di fatto altri racconti ci presentano… ci sembra strano che sia invece la gioia a caratterizzare questo distacco! Vediamo allora cosa ci dice il testo in precedenza per comprendere perché è la gioia a caratterizzare questo distacco! Quello che avviene non è un abbandono ma una continuità, una continuità con delle caratteristiche ben particolari che Gesù ha sempre dimostrato nella sua vita. Fin dall’inizio ha coinvolto altre persone, non ha preteso che fossero i migliori sul mercato, anzi è andato a prendersi persone che poi lo avrebbero abbandonato e tradito (le donne che lo seguivano non le aveva scelte lui come i discepoli, e quelle invece non lo hanno né abbandonato né tradito!). Li ha coinvolti nella sua attività, li ha mandati avanti a sé dove stava per recarsi, ha condiviso con loro la sua vita e i suoi incontri… Gesù ha saputo dare loro spazio e fiducia, ha permesso loro di sperimentare le gioie e le fatiche dell’essere suoi testimoni! Arrivati alla conclusione del suo cammino tra noi ha continuato sullo stessa logica: si è tirato indietro per lasciare spazio a loro, non si è eclissato del tutto, ma ha continuato ad animarli con il suo Spirito, che però non si contrappone a loro, ma li rafforza e sostiene. La saggezza del Cristo è di sapersi tirare indietro, lasciare spazio! Avrebbe potuto fare tutto lui e rendersi presente ovunque, invece ha preferito questa strategia “debole” che coinvolge gli altri.
Viviamo in un contesto dove la logica sembra essere tutt’altra, dove ognuno cerca di fare le scarpe all’altro, di prevaricare, di imporre la propria posizione, dove i giovani non trovano spazio perché già occupato da altri che hanno la possibilità di far valere la propria superiorità! Dove i più deboli sono esclusi perché è il più forte a far valere il proprio punto di vista, dove sono le armi ad avere la meglio nei conflitti e non la ricerca sincera della pace, dove all’ascolto dell’altro si preferisce l’assolutezza del proprio punto di vista.
La gioia dei discepoli è anche la nostra gioia quando capiamo d’essere apprezzati nonostante i nostri limiti, quando arriviamo a capire che l’altro apprezza il mio punto di vista e sa darmi ragione, quando non distrugge quello che faccio ma lo esalta, quando si ritira per fare spazio a me e alla mia iniziativa, quando sa accettare con cordialità il mio agire. L’agire Dio è un po’ come quello di una madre che si prende cura del proprio figlio che porta nel grembo, sa che deve ritirarsi per fare spazio a lui, ma questo è una gioia! Sa non mancheranno le fatiche ma la gioia di una nuova vita è più forte!
Solo chi sperimenta questa gioia del ritirarsi per dare spazio all’altro può comprendere l’agire di Dio che Ascende al cielo e che in questo modo lascia i suoi nella gioia e nella lode!
PREGHIERA DEI FEDELI
La nostra preghiera a Maria aiuti il mondo, sofferente per il conflitto in Ucraina e in tanti altri Paesi, a non perdere la speranza nella Pace. Preghiamo.
Il cardinale Matteo Zuppi, eletto presidente dei vescovi italiani, guidi la Chiesa italiana in un coraggioso cammino sinodale. Preghiamo.
Crisi climatica, covid e guerra in Ucraina non acuiscano ulteriormente lo scandolo mondiale di chi soffre e muore di fame. Preghiamo.
In un mondo devastato da conflitti, le religioni promuovano una cultura della pace e della non-violenza. Preghiamo.
La nuova strage di bambini nella scuola elementare negli Stati Uniti, convinca l’opinione pubblica del Paese a chiedere la limitazione nell’uso delle armi. Preghiamo.
In Afganistan, dove è sempre più grave la situazione delle donne, si operi per sostenere la speranza della popolazione. Preghiamo.